Un colpo contro i criminali informatici

Dalla primavera del 2019, diverse persone nel cantone di Zurigo sono state vittime di phishing in tempo reale. Gli autori del reato hanno ottenuto l'accesso ai dati di accesso ai conti bancari delle parti lese e sono stati così in grado di accedere a saldi di conto per un totale di circa 500.000 franchi svizzeri. Recentemente, le autorità dei Paesi Bassi sono riuscite ad arrestare due persone.

Phishing in tempo reale
© depositphotos, DragosCondreaW

Nel corso di un'indagine approfondita della polizia cantonale e della procura, che si è protratta a lungo, le autorità olandesi hanno arrestato giovedì scorso due persone e sequestrato diversi supporti di dati. Le persone arrestate erano soggette a un mandato d'arresto internazionale emesso dalla Procura II del Cantone di Zurigo.

Phishing in tempo reale

Secondo il comunicato stampa, i presunti autori sono accusati di aver effettuato il cosiddetto real-time phishing nel periodo da marzo 2019 a oggi, distribuendo un link plausibile tramite mail di spam che, una volta cliccato, attivava un reindirizzamento a una pagina di ingresso completamente falsificata di un portale bancario online di diverse banche svizzere. Non appena gli autori hanno avuto accesso ai dati di accesso ai conti bancari (credenziali) inseriti dalle vittime ingannate, hanno immediatamente attivato i pagamenti sui conti dei money mules per arricchirsi illecitamente con i beni inoltrati. L'importo noto del reato è attualmente di circa 500.000 franchi svizzeri.

Secondo il comunicato stampa, tutti i supporti di dati sono stati sequestrati ad Amsterdam e saranno ora trasmessi in Svizzera tramite l'assistenza giudiziaria internazionale. La Procura II del Cantone di Zurigo si rivolgerà anche all'Ufficio federale di giustizia competente per avviare l'estradizione dei presunti colpevoli. Come sempre, la presunzione di innocenza si applica fino alla condanna definitiva.

Il successo di questa azione coordinata a livello internazionale contro i criminali informatici si basa, da un lato, sulla stretta collaborazione tra la polizia cantonale e la procura (Cybercrime Competence Centre) e, dall'altro, anche sul sostegno delle autorità olandesi e sull'assistenza attiva degli specialisti di online banking di diverse banche svizzere.

Fonte: Kapo Zurigo / Ufficio del Pubblico Ministero

 

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