La Svizzera vuole entrare nel Consiglio di sicurezza dell'ONU

Questa settimana inizia la 76ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Tra le priorità del Consiglio federale figurano, da un lato, la candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza dell'ONU e, dall'altro, il rafforzamento del suo ruolo nell'ambito della sicurezza informatica. 

Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
© Kim Haughton / Foto delle Nazioni Unite

La 76a Assemblea generale delle Nazioni Unite è iniziata il 14 settembre 2021 e dura un anno - la settimana di apertura ad alto livello si è svolta nella settimana dal 20 al 24 settembre. Il Presidente Parmelin e il Consigliere federale Cassis si sono recati a New York per partecipare a diversi eventi e per uno scambio di opinioni con i capi di Stato. Oltre alla candidatura al Consiglio di sicurezza dell'ONU e alla gestione delle conseguenze della Covid-19, le priorità riguardano anche i processi in corso all'interno delle Nazioni Unite sulla sicurezza informatica, in cui Ginevra svolge un ruolo decisivo.

Il Consiglio federale si è dato tre priorità per la 76a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite: Nel giugno 2022, la Svizzera dovrebbe assumere un solido mandato all'interno dell'ONU per diversi ruoli di leadership in ambito umanitario o di pace, o dare il suo contributo con un'adesione alla sicurezza. Un'altra attenzione è rivolta alla sostenibilità dei sistemi alimentari, alla disponibilità di dati e agli aspetti ambientali. Al terzo posto c'è la promozione di uno "spazio digitale libero, aperto e sicuro", come scrive il Consiglio federale in un comunicato stampa.

La Svizzera partecipa già attivamente ai processi dell'ONU sulla sicurezza informatica e la criminalità informatica e vuole quindi sottolineare il suo ruolo di guida della Ginevra internazionale nel campo della cibernetica e della digitalizzazione. A New York, il Consigliere federale Ignazio Cassis ha sottolineato la necessità di fare di più per la prevenzione e di rafforzare la cooperazione tra i vari attori, compresi gli Stati, le organizzazioni non governative, le università e il settore privato.

Fonte: Consiglio federale/EDA

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