La Commissione per la sicurezza non vuole standard minimi per le società di sicurezza

Il Comitato per la politica di sicurezza del Consiglio degli Stati non vuole standard minimi per le società di sicurezza validi per tutta la Svizzera. L'associazione degli agenti di polizia non è soddisfatta.

© depositphotos, AndreyPopov

 

La decisione della Commissione per la politica di sicurezza (SiK) del Consiglio degli Stati è stata chiara: la commissione ha proposto al Consiglio, con 9 voti contro 3, di respingere la mozione 17.4101 del membro SP del Consiglio degli Stati Paul Rechsteiner che voleva Standard minimi per le aziende di sicurezza a livello nazionale. Il motivo del rifiuto della SiK era che non voleva invadere la sfera di competenza dei Cantoni. Il mantenimento della sicurezza pubblica, compresi i servizi delle società di sicurezza private, è di competenza dei Cantoni, secondo il ragionamento. L'esempio positivo del Concordato dei Cantoni francofoni sulle società di sicurezza ha dimostrato che l'armonizzazione è possibile anche senza una regolamentazione a livello federale. Una minoranza dei membri della Commissione ha tuttavia sottolineato la necessità di una normativa nazionale armonizzata, poiché in questo settore si registra una crescita incontrollata con i relativi rischi.

La VSPB spera comunque in un sì da parte del Consiglio degli Stati

L'Associazione delle società svizzere di servizi di sicurezza (VSSU) sostiene l'Associazione dei funzionari di polizia svizzeri (VSPB) chiede da anni l'introduzione di regole uniformi: Dovrebbero creare chiarezza e semplificare il lavoro delle aziende coinvolte. "È un peccato che dopo tanto tempo le imprese di sicurezza private non abbiano ancora regole uniformi", afferma il segretario generale della VSPB Max Hofmann, criticando la decisione e sottolineando: "Soprattutto ora che anche il Consiglio federale si è accorto che i Cantoni sono ancora lontani da una soluzione". Naturalmente, si accetta l'idea federalista e la competenza dei Cantoni in materia di sicurezza interna. Ma in questo settore così delicato, deve essere possibile creare le migliori condizioni possibili a beneficio di tutte le parti coinvolte, ha detto Hofmann.

"Purtroppo, l'affermazione contenuta nel comunicato stampa della SiK, secondo cui l'armonizzazione è possibile anche senza un regolamento a livello federale, non è vera", continua Hofmann. Ora non resta che sperare che il Consiglio degli Stati colga l'occasione e, contrariamente alla raccomandazione della sua commissione, chieda ancora una regolamentazione federale.

Movimento Seiler Graf ancora in cantiere

Se il Consiglio degli Stati condivide il parere della sua Commissione, la Movimento Il comunicato stampa della VSPB del 4 settembre conclude affermando che il governo accoglierà la proposta di Priska Seiler Graf, consigliera nazionale del PS e responsabile della sicurezza della città di Kloten, per raggiungere l'obiettivo dell'armonizzazione in tutta la Svizzera.  (rs)

 

 

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