Un anno DSGVO

Un anno fa, il 25 maggio 2018, è entrato in vigore il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). La Commissione europea ne ha tessuto le lodi, mentre Eco, la più grande associazione dell'industria di Internet in Europa, è stata più critica.

© depositphotos, lenawurm

 

Non solo i cittadini, ma anche le imprese trarrebbero beneficio dalla GDPR Il vicepresidente della Commissione europea Ansip e il commissario per la Giustizia Jourová hanno dichiarato in una dichiarazione congiunta che l'UE trarrebbe vantaggio da un unico insieme di norme. Con il GDPR, le autorità hanno uno strumento efficace per intervenire contro le violazioni. Nel primo anno dall'entrata in vigore del GDPR, il neo-costituito Comitato europeo per la protezione dei dati ha registrato più di 400 casi transfrontalieri in tutta Europa. Questa è la prova del valore aggiunto del GDPR, poiché la protezione dei dati non si ferma ai confini nazionali, ha dichiarato la Commissione.
Inoltre, la consapevolezza delle persone è aumentata con la nuova serie di regole: I nuovi dati mostrano che quasi sei persone su dieci sanno che nel loro Paese esiste un'autorità per la protezione dei dati.

Troppa poca chiarezza

Ecola più grande associazione del settore internet in Europa, lamenta che la certezza del diritto per tutte le aziende e un'interpretazione uniforme del GDPR sono ancora molto lontani in Europa. "Chiediamo ai commissari per la protezione dei dati in Germania e alle autorità di controllo in tutta Europa di interpretare queste norme in modo uniforme, al fine di proteggere le aziende dall'arbitrarietà burocratica", sottolinea Alexander Rabe, CEO dell'Associazione Eco.

In particolare, le PMI, le associazioni e le imprese devono essere protette da costi di diffida e multe elevate nel corso del GDPR. Secondo Eco, il sistema di multe delle autorità di protezione dei dati deve essere esaminato più da vicino per porre fine alle multe eccessive. Tuttavia, l'associazione sottolinea anche che finora non c'è stata un'ondata di multe. Eco teme, tuttavia, che la situazione possa cambiare presto, non appena le autorità per la protezione dei dati aumenteranno il loro personale e quindi si dovranno prevedere maggiori controlli. Gli sviluppi in Francia dimostrano che a volte vengono comminate multe fino a 50 milioni di euro.

Le migliori pratiche specifiche del settore richiedono tempo

Secondo Eco, l'incertezza è causata anche dal fatto che le decisioni dei tribunali sul GDPR sono ancora poche, soprattutto quelle dei tribunali più alti. Probabilmente ci vorrà del tempo prima che vengano stabilite delle best practice specifiche per il settore. (rs)

Confronta anche l'articolo "Si applica - il nuovo GDPR!".

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