Sistema di rilevamento precoce dei droni pericolosi

I droni stanno diventando sempre più un pericolo. Gli scienziati australiani si ispirano alle strutture cerebrali del sirfide per un sistema di rilevamento precoce.

Sistema di rilevamento precoce
Il professore dell'UniSA Anthony Finn, nella foto con il drone DJI Matrice 600 con array di antenne per l'allineamento del segnale. Immagine: Università dell'Australia Meridionale

I ricercatori del Università Flinders dall'Australia hanno sviluppato un sistema di rilevamento precoce dei droni pericolosi, modellato sul sistema di filtraggio visivo del cervello del sirfide. Secondo gli scienziati australiani, questo sistema consente di identificare con precisione i piccoli oggetti volanti a una distanza di quattro chilometri nel migliore dei casi.

Situazioni sempre più pericolose

I droni stanno diventando sempre più pericolosi. Se vengono guidati nelle zone aeree riservate degli aeroporti, ad esempio, possono mettere in pericolo gli aerei in atterraggio e in decollo. Sempre più spesso i droni vengono utilizzati anche per trasportare ordigni esplosivi per eliminare le armi nemiche, come sta accadendo attualmente nella guerra in Ucraina. In tutti questi casi, è fondamentale individuare e localizzare tempestivamente l'avvicinamento dei droni per poter adottare contromisure.

"La nostra ricerca mira a migliorare in modo significativo il rilevamento precoce con l'aumento dell'uso dei droni nello spazio civile e militare", spiega Russell Brinkworth della Flinders University. Ha collaborato con i colleghi della University of South Australia (UniSA) e con un appaltatore della difesa per creare il sistema di rilevamento ispirato alla biologia. I ricercatori hanno in pratica inserito la tecnica di visualizzazione del sirfide in un algoritmo in grado di ordinare i suoni. Il metodo è fino al 50% più sensibile delle tecniche precedentemente utilizzate, ad esempio, negli aeroporti.

Segnali da grandi distanze

Secondo Anthony Finn, professore di sistemi autonomi all'UniSA, i cervelli degli insetti vengono mappati da tempo per migliorare il riconoscimento basato sulle telecamere. Ma questa è la prima volta che la biovisione viene applicata ai dati acustici. "Abbiamo dimostrato che possiamo catturare firme acustiche chiare e nitide dai droni, compresi quelli molto piccoli e silenziosi, utilizzando un algoritmo basato sul sistema visivo dei sirfidi", conclude Finn.

(pressetext.com)

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