Sicurezza informatica: non c'è motivo di iperventilare
La recente pubblicazione IBM X-Force Threat Intelligence Quarterly conclude che nel 2014 i criminali informatici hanno rubato almeno un miliardo di record digitali contenenti informazioni personali. Inoltre, secondo i ricercatori IBM, mai come quest'anno si sono registrati così tanti incidenti.
Leggendo varie riviste e portali sul tema della sicurezza informatica, sembra che oggigiorno sia la norma spaventare il più possibile i lettori sui (potenziali) pericoli. Malware in qualsiasi forma, attacchi DDoS, backdoor: a quanto pare l'utente comune non è al sicuro né dai cyber gangster né dai governi che spiano. Ma quali reazioni suscita nel lettore un simile reportage? In parte una rassegnazione del tipo: "Tanto non possiamo fare nulla", o anche un sentimento diffuso di panico: "Come facciamo a proteggerci da così tante minacce?". La soluzione presunta: è meglio investire nel maggior numero possibile di soluzioni che coprano tutte le aree da proteggere.
Un pensiero profilattico a tutti gli effetti, ma l'acquisto frettoloso di qualsiasi prodotto di sicurezza difficilmente porta alla protezione desiderata, a parte i costi presumibilmente troppo elevati. Il mercato delle soluzioni di sicurezza è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, anche a causa delle previsioni pessimistiche, e allo stesso tempo è diventato più confuso. Un primo passo verso un concetto di sicurezza adeguato può essere quello di rivolgersi a un consulente indipendente, ad esempio di una system house. Questi esperti hanno una conoscenza fondata e aggiornata del mercato e delle aree di soluzione. Una discussione dettagliata e un'analisi della situazione attuale permettono di tracciare un quadro chiaro di ciò che è necessario o forse addirittura superfluo. Inoltre, i clienti beneficiano di un'assistenza completa durante la selezione, l'installazione e la formazione all'uso delle soluzioni.
Di Peter Schneider, Distribuzione IT sysob