La videosorveglianza nell'esercito mostra diverse lacune nella sicurezza

I sistemi di videosorveglianza dell'Esercito svizzero sono scarsamente protetti dagli attacchi degli hacker. Questa è la conclusione di un rapporto di indagine interna.

Sorveglianza video
Immagine: depositphotos

L'Esercito svizzero non è sufficientemente protetto dagli attacchi informatici. Attualmente esistono problemi di videosorveglianza delle infrastrutture dell'esercito, come i poligoni o i centri logistici. Un rapporto di audit informatico interno del Dipartimento della difesa, della protezione civile e dello sport (DDPS), riportato dall'emittente radiofonica "SRF" alla fine di gennaio, fornisce informazioni in merito.

Videocamere obsolete

L'agenzia di stampa Keystone-SDA, che ha avuto accesso al rapporto di indagine, riassume i risultati. Tra le altre cose, i controlli a campione avevano mostrato che i documenti di sicurezza informatica non erano disponibili o lo erano solo in misura insufficiente. Il rapporto critica anche l'hardware obsoleto. La maggior parte delle videocamere in uso ha più di dieci anni. L'Esercito svizzero, in particolare, utilizza numerosi sistemi di videosorveglianza, la maggior parte dei quali non è collegata in rete. Inoltre, il funzionamento e la manutenzione dei sistemi di videosorveglianza e la gestione dei sistemi sono decentralizzati.

Rinnovo di tutti i sistemi di videosorveglianza

Il rapporto afferma inoltre che i sistemi non vengono controllati regolarmente per verificare la presenza di vulnerabilità informatiche in tutte le sedi e che in alcuni casi non sono stati installati aggiornamenti importanti. L'audit interno del DDPS individua quindi una necessità di intervento e richiama anche i requisiti di protezione dei dati. Ora le responsabilità a questo proposito devono essere chiarite con maggiore precisione per ogni singola sede. Inoltre, deve essere redatto un inventario di tutti i sistemi di videosorveglianza. I vecchi sistemi di videosorveglianza analogici saranno sostituiti da sistemi digitali. Entro la fine del 2026, sarà implementata una soluzione di sorveglianza uniforme in circa 30 località.

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